Sulla forma generale del sapere

A partire dalla nozione in questione, "sapere", questo testo descrive nella sua completezza il movimento del pensiero, secondo principio e deduttivamente, ed ossia dal punto di vista trascendentale. In esso si delimita l'ambito in cui il pensiero può muoversi e nel quale è legittimato a fare affermazioni: si tratta dunque di una metafisica "kantiana". Questa serie di testi è appunto un'applicazione della filosofia trascendentale di Immanuel Kant, secondo però il principio della cultura orientale: dao, yin e yang. Il testo è infatti il secondo di sette, che insieme compongono una Descrizione Generale del Pensiero, e consta di due parti: una deduzione trascendentale, suddivisa a sua volta in tre parti, composta da 551 proposizioni e una illustrazione che presenta tutt'insieme il contenuto del testo, la quale differenzia questo lavoro, così come gli altri di questa Descrizione Generale del Pensiero, da tutti i testi di filosofia prima di esso; e una conclusione, in cinque punti. Nella prima parte è descritta la condizione della possibilità del "sapere", ed ossia la "conoscenza", secondo il genere che diremmo "sommo", vale a dire quello che comprende tutte le manifestazioni che chiamiamo "sapere", sia in relazione alla "forma pura" del "pensiero" nella mente, che chiamiamo "la filosofia", sia in relazione allo sviluppo dell'essere in cui tale mente è attuale. Nella seconda parte poi si formulano le risposte a cinque domande, senza però fornire quelle esplicitamente, ma invitando il lettore ad un ulteriore sforzo perché produca da sé la risposta, e sono dunque, tecnicamente parlando, maieutiche. Il risultato che si ottiene in questo testo per mezzo di tale descrizione è la completa ridefinizione dell'orizzonte concettuale occidentale, sia nei tempi odierni, che in quelli antichi, nell'ambito del pensiero in relazione al "sapere", e il compimento di ciò che sin dall'inizio della cultura occidentale si è tentato e che ancora fino ad oggi non si era riusciti ad ottenere.